martedì 30 dicembre 2014

La signora nel furgone di Alan Bennett

Alan Bennett

La signora nel furgone
Traduzione di Giulia Arborio Mella
Adelphi eBook
2012, pp. 89
isbn: 9788845971945
Letteratura inglese
 
 
 
  Una folatina di vento (2,5 stelle)
 
Questo racconto è stato una folatina di vento nel mio pomeriggio da lettrice, mi aspettavo un venticello impertinente e giocoso e invece è stato un vento calmo che non mi ha spettinato le idee.
La storia c'è, anche se raccontata in modo ironico (ma non troppo) e volutamente quasi asettico, con quel distacco tipicamente "english", una storia di vecchiaia e di degrado simile a tante tranne per il fatto che è capitata ad un personaggio famoso come lo scrittore che qui la racconta. Mi ha ricordato molto "Il diario di Jane Somers" di Doris Lessing, ma solo per la tematica affrontata e non certo per la lunghezza e la profondità con cui l'argomento è stato toccato.
Un libro che si può anche fare a meno di leggere ma che comunque regala qualche piccola riflessione  senza avvilirci troppo e con uno stile sobrio ma leggero.
 
Risvolto di copertina:
Chi accetterebbe mai di ospitare per diciotto anni nel giardino di casa propria una anziana barbona e il furgone debordante di rifiuti che ne costituisce il domicilio? Oltretutto Miss Shepherd non è una vecchina che susciti tenerezza: è grande e grossa, scontrosa, bislacca, poco incline alla gratitudine. Porta una sottana fatta di stracci per la polvere, occhiali da sole verdi e, a mo’ di cappello, un cestino di paglia ottagonale. Si fa scarrozzare per la città su una sedia a rotelle ed emana un insopportabile fetore. Chi mai accetterebbe una così perturbante prossimità? Forse solo Alan Bennett, che in questo libro permeato di sublime, sardonica pietas, e sostenuto da uno sguardo attento al più minuto particolare visivo e olfattivo, ci affida l’irresistibile diario di una lunga, incongrua convivenza. E forse solo Alan Bennett poteva trasformare l’abiezione in un genere di humour personalissimo – e Miss Shepherd in un personaggio memorabile.
 
 

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