lunedì 5 maggio 2014

Mi manca il rosso di Marco Cassardo

Copertina di Mi manca il rosso

Una vita fatta di toni di grigio 
 

Un romanzo disturbante. Per tutto il tempo della lettura mi sono sentita sovrastata da una cappa opprimente che speravo sfociasse in qualcosa di drammatico o di sereno, un qualcosa di definitivo che desse sfogo, una spiegazione, un finale concreto, ma così non è stato. Il libro prometteva bene ma è mancato qualcosa per cui lo possa definire bello, è un’occasione persa, un buon materiale di base che non è stato sfruttato al massimo. Nonostante la scrittura scorrevole e la vicenda non più drammatica di altre, il romanzo è pervaso da un’aura di depressione, di malattia dell'anima, con questo non voglio dire che sia un libro pessimo, anzi, molte frasi mi hanno colpito per la loro capacità di sintetizzare alcune verità o di porre l’accento su particolari che possono sfuggire ad un occhio distratto. Probabilmente tale sensazione ne fa un’opera riuscita, nel caso che l’autore volesse trasmettere disagio al alettore; Cassardo ha reso bene l'apatica vita del protagonista che si trascina tra delusioni, sconfitte sentimentali e lavorative senza farsi coinvolgere veramente in profondità. A Pietro “manca il rosso” per scrivere il suo romanzo perché manca il rosso nella sua vita fatta di toni di grigio, ma il rosso manca anche a questo libro che, seppur ricco di spunti interessanti, non riesce a decollare. La storia , a tratti poco credibile, sembra cambiare direzione spesso, rispecchia il protagonista che nemmeno lui sa cosa vuole, prende una strada che si rivela a sfondo chiuso e, quando pare che il racconto si stia assestando, c’è un’inversione di marcia che ci riporta indietro, ed è così fino al finale in cui ci si aspetta che il protagonista vada a parare definitivamente da qualche parte. E qui tutto il libro si smonta. Come va a finire? Io non l'ho capito.

Citazioni

"Le abitudini hanno un sonoro ma quel mattino era muto."

"La scrittura era un salvagente che gonfiavo al bisogno, senza passione, per la pura necessità di galleggiare"

"Il fatto che non fosse ricorsa alla chirurgia estetica confermava la mia impressione di una donna capace di sopportare. "

"Ero con lei e sentivo la sua mancanza. Fu in quelle domeniche che conobbi la nostalgia del presente."

"Negli ultimi anni non avevo fatto altro che abbandonare o essere abbandonato. Dovevo stare attento: se continuavo così la mia leggerezza era destinata a trasformarsi in inconsistenza."

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