mercoledì 5 febbraio 2014

Il percorso dell'amore di Alice Munro

Copertina di Il percorso dell'amore
Cercando di capire perchè questa lettura è così faticosa
Questo è un libro controverso.
Innanzitutto non è stata direttamente una mia scelta bensì l’ho letto collettivamente in un gruppo di lettura su Twitter ed ho partecipato abbinando i miei dipinti ad alcune citazioni.
Il primo approccio non è stato ottimo, sicuramente svantaggiato dal fatto di non averne la versione cartacea bensì l’e-book, il quale non mi dà la stessa concentrazione dell’oggetto-libro. E’ anche vero che in questa forma ho letto pure “Cattedrale” di Carver e nonostante il digitale sono stata folgorata.
Forse dietro ad un Nobel si creano delle aspettative.
Forse la Munro è una semplice apparente, nei suoi racconti dall’aspetto banale nasconde una serie di cose non dette molto complesse.
I componendi del gruppo di lettura mi hanno aiutata devo dire, ponendo l’accento su cose che a me erano sfuggite o che non avevo compreso, parlando con loro abbiamo convenuto che i racconti di Alice Munro sono dei macigni opprimenti. Dietro la loro forma leggera e garbata nascondono una pesantezza che li rende faticosi.
Il disturbo datomi dalla Munro non è dovuto alla brevità delle storie o alla loro incompiutezza, a me i racconti piacciono., e spesso un racconto è uno spaccato di vita senza capo né coda. Sovente nel racconto dobbiamo essere noi a dare una fine con la nostra immaginazione, un po’ come quando in sala d’aspetto si incrociano vite e guardando quel poco che ci mostrano ne immaginiamo il prima e il dopo.
In un certo senso anche la mia attività artistica di questo periodo è paragonabile allo stile del racconto, sto dipingendo “quello che vedo”, cose quotidiane, persone normali, colte in un attimo che un momento dopo è già fuggito, proprio come nelle storie di Alice Munro. Nel gruppo di lettura mi hanno detto che i miei dipinti ben si adattano ai racconti di Alice (concedetemi di chiamarla per nome), soprattutto le mie figure femminili...e qui ho cominciato a capire...Le mie “donne” spesso sono state rifiutate dallo spettatore perché troppo intense, indagatrici, opprimenti in un certo senso. Ho capito che alcuni miei dipinti sono opprimenti come i racconti della Munro, mettono in luce un volto con i suoi pregi e i suoi difetti, senza giudizio, e non tutti sono pronti ad accettare questi volti, così come non tutti sanno accettare le donne di Alice, paradossalmente io per prima. Probabilmente sto attraversando un periodo artistico di rinnovamento, sto dipingendo soggetti diversi rispetto al reiterato volto femminile che mi ha accompagnata per vent’anni, e i racconti della Munro mi riportano lì, alle donne, anche alle mie donne, che ogni tanto sorridono ma spesso scrutano. Comincio a pensare che la sensazione di oppressione che questa lettura mi ha dato abbia a che vedere con il mio percorso artistico. Troppe donne.
Un grosso problema che ho è la memoria, soprattutto quando leggo. Un romanzo ha una storia che comunque segue un filo. Questi racconti invece, nebulosi di per sé, sono tante storie, piene di personaggi e di nomi (nomi che io tendo a confondere), vicende simili e diversissime al tempo stesso, ed io mi ritrovo a mescolarle l’una con l’altra, a fondere i personaggi fino a dar vita ad una creatura mostruosa in cui confluiscono tutte le peculiarità di ciascuno ingenerandomi una grande confusione. Se non avessi a portata di mano il file del libro, con le frasi evidenziate e le mie note aggiunte via via non sarei in grado di raccontare nulla o quasi in merito a ciò che ho letto.
Questo della memoria è un mio problema, lo so, che con i racconti della Munro si è accentuato maggiormente.
Sarà per questo che non riesco a lanciarmi in lodi sperticate e a gridare “al capolavoro”? Eppure comprendo perfettamente in cosa sta la bravura di questa scrittrice: fa apparire semplice ciò che semplice non è...
Contrariamente ad altri pareri i primi due racconti del libro non mi sono piaciuti molto, mi hanno lasciata troppo intontita.
Man mano che la lettura è proseguita invece ho trovato maggior piacere, storie più avvincenti, anche se poi la sensazione di freddo, triste, incompiuto che permea un po’ tutto il libro è rimasta.
Di fatto, alla fine dell’ultimo racconto, ho tirato un sospiro di sollievo, è stata una sorta di liberazione.

Non è mia intenzione analizzare i racconti uno per uno ma voglio riportare i titoli dei miei preferiti:
Monsieur les Deux Chapeaux,
Miles City, Montana
Raptus
Una vena di follia
La Catena di Preghiera

Per quanto riguarda le citazioni rimando direttamente al mio post di citazioni abbinate ai dipinti a questo link
e allo Storify del gruppo di lettura su Twitter


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