giovedì 26 settembre 2013

Nel segno della pecora di haruki Murakami


Ma quanto è strano questo Haruki...
Mi sono accostata a questo autore in modo un po’ prevenuto, quando un personaggio viene decantato eccessivamente e descritto come un fenomeno in me si genera immediatamente una certa diffidenza. Tuttavia la curiosità si è fatta largo in me ed ho deciso di leggere qualcosa di suo. Dopo aver letto recensioni sui suoi libri talmente discordanti ho pensato o lo amerò o lo odierò...e invece non è accaduta nessuna delle due ipotesi. Mi è piaciuto, forse senza amarlo alla follia, ma mi ha lasciato la voglia di leggere qualcos’altro di suo e una sensazione residua di rimasticamento, di assimilazione lenta...una sorta di innamoramento a scoppio ritardato.
Ho iniziato a leggere Sotto il segno della pecora aspettandomi un mattone e invece mi sono ritrovata di fronte ad una scrittura scorrevole che ingenerava la curiosità di proseguire col racconto per vedere dove andava a parare, scrittura che non so sinceramente quanto merito abbia nella traduttrice e quanto nell’autore. La cosa che mi ha colpito però è che questa curiosità non è stata ansiogena, la dovizia di particolari e di azioni apparentemente insignificanti davano un ritmo moderato a quella che sarebbe potuta essere una storia quasi thriller ma che è rimasto un viaggio non frenetico verso la fine del libro.
Haruki Murakami racconta cose assurde in modo così convincente che le fa sembrare verosimili.
Una domanda: Perchè tutte le donne descritte sono senza nome?
Citazione: E’ spaventoso come il tempo scorra ininterrotto. Noi abbiamo l’abitudine di dividerlo in fasi per ridurlo alla nostra dimensione, e ci illudiamo che lo sia, ma in realtà è un’ unica entità continua.

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